Letture 2019 | |
Cose che volano |
Giuseppe Calandriello (Pietrasanta, 1979) Dopo gli studi artistici si laurea in cinema, musica e teatro presso l'Università di Pisa. È membro del gruppo [dia•foria. Nel 2017 cura, con Daniele Poletti, la seconda edizione di Obsoleto di Vincenzo Agnetti (testi di G. Agnetti, C. Bello Minciacchi, B. Corà, C. Costa). Suoi scritti sono pubblicati nelle antologie Tuttologia e Contro Zam, Nuova Tèchne, Scrivere all’infinito, Offerta Speciale, Athe(X)ehtA. Ha partecipato, con opere grafiche e concettuali, a contenitori d'artista come BAU e Antologia Ad Hoc. Nel 2019, per FUOCOfuochino, pubblica il racconto Cose che volano. Nello stesso anno è finalista alla XXXIII edizione del premio di poesia e prosa Lorenzo Montano. La sua ricerca artistica verte su tematiche come la casualità, il determinismo, l'impossibile, l'improbabile, le energie cosmiche e il potere del linguaggio segnico. Hanno scritto di lui Antonino Bove, Luciano Caprile, Mauro Carrera, Sergio Cena e Giuseppe Girimonti Greco. ANODO PUNICO
Viene al mattino gratta fari da aspri nidi e quando mangia (tutto è cambiato, ridi).
Da guado a guado di vespri di colera di sensali senza intoppi di canti di satelliti di nuove false luci.
Reale nella scatola, il segno è già segnato (è preminente) con pasti, non gesti scritto violentato (il coperchio ritrovato, messaggi lesti) sento il sapore dei pretesti.
Il delizioso cianotipo (funziona sempre, garantito) compralo in negozio (costa poco, è scontato) dove il mio testo cola dove quella cosa vola.
La troppa festa, tersa e nequizia (mentre la nave monda le piaghe) ha il sapido blu della consunzione quel molle riparo del trionfo.
Oggetto apocrifo, 2017, olio e acrilico su tela, cm 40 x30
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